lunedì 19 gennaio 2015

Una soffitta sul cielo

*
 
Nel silenzio della sua soffitta,
Julia era in ascolto.
La notte estendeva il suo manto sulle case,
ricoprendole di un nero intenso che a tratti sfumava nel blu,
come un disegno a tempera sul quale fossero cadute,
per caso, gocce d'acqua a diluirne i colori.

 Lontano, all'orizzonte,
le luci del paese illuminavano le poche case
di chi si ostinava ancora ad abitare quel borgo sperduto tra le montagne in mezzo al cielo.
Sospirò :
avrebbe voluto almeno la pizza quella sera per consolarsi.
Ma la fitta nevicata aveva isolato parecchie strade,
e Rita,
l'inossidabile proprietaria dell'unico bar/tabacchi della zona,
aveva preferito anticipare la chiusura,
nel timore di non poter tornare a valle.
Così imparo a non tenere a casa un pacco di farina per farmela da me,
si disse tra sé e sé riattizzando il fuoco del camino.

 Uscì fuori l'uscio,
per prendere ancora qualche ciocco
:
di fronte a sé due maestosi pini si ergevano l'un di fronte all'altro,
inclinati quasi come per baciarsi.
E in mezzo a loro,
faceva capolino timida la luna.
Parte dell'orizzonte era carico di nubi,
foriere di prossimi temporali....
Ma lí, proprio a sinistra,
dietro ai pini,
c'era un angolo di cielo illuminato di stelle,
e quella luna che a tratti sembrava farle l'occhiolino,
e dirle :
"Non preoccuparti, l'inverno prima o poi finirà ;) "
 
Non,
che in realtà,
 lei fosse preoccupata dell'inverno.
Era abituata sin da piccola a cavarsela da sola,
e se c'era una cosa che aveva capito da subito,
era che,
se spesso non possiamo cambiare ciò che ci accade intorno,
se vogliamo continuare a vivere
non ci resta che cambiare il modo in cui reagiamo ad esse.
"Sempre rimanendo fedeli a se stessi",
si disse piccata ripensando alla discussione di quella sera con il signor Talis.
 
Rabbrividì,
c'era freddo fuori,
e lei come al solito s'era persa nei suoi pensieri,
per poi non sapere come ritrovarne la strada.
"Ma come si fa a non pensare a nulla ? "
si chiese irrobustendo il fuoco del camino con un grosso ciocco,
secco e scrocchiarello,
che, cominciando a bruciare,
crepitò rubandole un risolino.
Era stata così da bambina
quel che per molti era un difetto,
da limare e tenere sotto controllo,
per lei invece era la qualità più bella che pensava di avere
:
guardare il mondo con gli occhi del sogno,
illuminando scorci e angoli nascosti,
e cogliendo particolari e sfumature che altri non vedevano.
Non avrebbe mai potuto viaggiare molto,
ma questo probabilmente non importava
:
"Il viaggio è nella testa",
aveva detto qualcuno.
E probabilmente questo era vero.
 Ma la sua fantasia volava più veloce del vento,
ed era capace di riempire di colori,
zone oscurate da vicende quotidiane di vita,
sottolineando quei chiaroscuri e trasparenze
che rendevano l'esistenza umana una meravigliosa avventura.
 
Respirò a fondo,
ora l'odore delle bucce di arancio,
lasciate essiccare e poi gettate nel camino,
aveva riempito il piccolo locale.

Si avvicinò alla finestra
:
fuori, nella neve,
gli alberi imbiancati sembravano risplendere di luce propria,
illuminati dalla luna che ora si era fatta più audace,
facendosi spazio nel cielo.
 
Giù, nel prato,
due minuscole lucine brillavano
:
guardò con attenzione e sorrise.
Camy !
chiamò,
e una grossa palla di pelo miagolante si precipitò attraverso le scale esterne fino alla soffitta.
Rise pensando al nome del gatto
:
la padrona,
un'estroversa ed esuberante siciliana,
aveva pensato bene di chiamare il suo amico a quattro zampe,
"Camurrìa", diminutivo "Camy".
Sono i particolari che rendono gustosa la vita,
pensò Julia stiracchiandosi.
Poi,
si avvicinò alla sua scrivania
posta di fronte alla finestra della soffitta.

Adorava scrivere,
era il suo modo per respirare l'essenza del mondo,
riflettendo,
metabolizzando esperienze e sensazioni.
Facendo proprie emozioni non solo sue,
ma anche degli altri,
percepite attraverso la grande empatia che aveva avuto in dono insieme a quel fisico troppo glabro,
che la faceva sentire sempre indifesa,
e la portava a rannicchiarsi in se stessa.
Aveva deciso di seguire la sua grande passione,
e così si era messa a scrivere per un giornale locale.
Nulla di importante,
certo,
però poco a poco i suoi racconti si erano conquistati un discreto pubblico,
e soprattutto,
lei si era meritata la fiducia del caporedattore del periodico,
che la trattava con condiscendenza,
e le aveva insegnato l'importanza delle parole,
e il valore, a volte,
dei silenzi.
 
Scrivendo manifestava se stessa,
e arrivava giù,
in fondo al suo cuore,
fino all'anima.
Per poterla liberare e farla librare in alto nel cielo.
Quel cielo meraviglioso che aveva imparato ad amare,
cogliendone la magia della dimensione ai confini tra essere e realizzarsi,
un "non luogo",
in cui non aveva importanza chi si era stati,
o cosa si era fatto,
ciò che contava era non smettere mai di volgersi alla vita con occhi di meraviglia,
facendo emergere in sé e negli altri quei frammenti di luce che erano costitutivi della migliore umanità,
e così facendo, ritrovare se stessi.

Per questo,
aveva sistemato la scrivania di fronte all'unica, grande finestra della soffitta
:
per poter sempre ammirare il suo angolo di cielo.
 
Aprì il cassetto,
tirò fuori il tablet,
e digitò :
"La soffitta di Camilla"
Poi,
fece partire la sua playlist musicale preferita,
e cominciò a scrivere
:

"Era una notte di primavera,
fuori il primo venticello tiepido accarezzava lieve le fronde degli alberi,
mentre i fiori dei campi sembravano danzare,
rinchiudendo i loro fragili boccioli a mò di protezione.
Mia madre,
seduta sulla sedia a dondolo della nonna,
si cullava accarezzandosi tenera il pancione
:
questa bambina la preoccupava,
non faceva altro che scalciare inquieta,
come se non trovasse pace.
Sbocconcellò un pezzo di cioccolata,
si accarezzò di nuovo il pancione,
e,
socchiudendo gli occhi,
 disse dolcemente tra sé e sé
:
"Dormi ora Valeria,
domani sarà un giorno lungo,
dobbiamo prendere un aereo."
E si addormentò,
cullata dai grilli della campagna circostante."
 
....segue
 
Grazie a chi vorrà seguirmi in questo nuovo cammino,
grazie a chi mi ispira ogni giorno,
e a chi,
senza nulla chiedere in cambio,
tende la mano all'altro,
e senza saperlo,
a volte,
gli salva la vita.
19/01/2015
Valeria :)
*

"La luna tramonta 1/3"
Foto di
Luca Parmitano,
Pubblicata il 26/06/2013,
from International Space Station
Credits : Esa/Nasa
In
:
https://www.facebook.com/AstronautLucaParmitano/photos/a.166521253521776.1073741834.150393218467913/172265362947365/?type=1&permPage=1